Molti bambini, tra i 10 e i 16 anni, subiscono un’accelerazione di crescita dovuta dalla pubertà, ovvero quel processo dove si riscontrano molte trasformazioni fisiche e psicologiche dovute anche agli ormoni rilasciati nella fase della maturità sessuale. Nei bambini che praticano sport riscontriamo spesso una malattia benigna che costituisce, parallelamente, un mal accrescimento di ossa e muscoli: il morbo di Osgood Schlatter. Questo morbo colpisce la maggior parte di ragazzi che praticano sport, più frequente nei maschi che nelle femmine e spesso può colpire entrambe le ginocchia (20%-30% dei casi). I dati relativi a questo morbo ci indicano che almeno il 4% della popolazione del mondo occidentale ne soffre.
Morbo di Osgood Schlatter: che cos’è?
Il morbo di Osgood Schlatter è una delle cause di dolore più frequenti nei ragazzi che praticano sport. Viene scoperta agli inizi del ‘900 e prende il nome dai due medici che la descrissero per la prima volta: Robert Bayley Osgood e Carl Schlatter.
In termini scientifici si parla di un’osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore in quanto si tratta di una trazione forzata e ripetuta del tendine rotuleo sul punto di inserzione di quest’ultimo: il tratto tibiale superiore.
Infatti, il dolore è localizzato al di sotto della rotula proprio dove si trova la tuberosità tibiale e l’inserzione del tendine rotuleo. Il range d’età va dai 10 ai 16 anni e colpisce maggiormente i maschi rispetto alle femmine.
Cause
Le cause sono molteplici ma tutte riconducibili alla crescita; la fase puberale del bambino implica un cambiamento metabolico e fisico che in alcuni casi porta ad un disequilibrio tra crescita ossea e crescita muscolare.
In questo caso, la flessibilità dei muscoli (quadricipite) e del suo tendine (tendine rotuleo) viene superata dalla crescita ossea che non concorda alla crescita del muscolo; da qui, il muscolo e il suo tendine, non riescono ad allungarsi in maniera corretta per raggiungere la flessibilità adeguata e di conseguenza avviene la trazione forzata e ripetuta di cui parlavamo prima.
“In sostanza, succede questo: quando il muscolo quadricipite si contrae, il tendine rotuleo va in trazione nel punto della sua inserzione tibiale. Un meccanismo che, ripetendosi più e più volte, porta a uno spostamento dell’apofisi tibiale. Questa tenderà quindi a ossificarsi fuori dalla sua sede naturale. Da qui, la comparsa della protuberanza.” (Dr. Gibaud)
Una causa che può incidere su questo morbo può essere dovuta anche alla scarsa flessibilità dei muscoli posteriori (ischiocrurali) e anteriori (quadricipite) della coscia. Il dolore può persistere per mesi e può arrivare a svanire alla fine della crescita; può essere continuo o intervallato, varia da individuo a individuo.
Gli sportivi maggiormente colpiti sono i calciatori, i cestisti, le ginnaste; diciamo qualsiasi sport che richiede una quantità di innumerevoli balzi, andando così a provocare uno stress meccanico all’articolazione del ginocchio
Diagnosi
La diagnosi viene effettuata tramite una valutazione medica che prende in riferimento la crescita dell’individuo; talvolta vengono effettuate radiografie per capire se ci sono frammentazioni del tubercolo tibiale anche se si tratta di un episodio molto raro. In molti casi, si evidenzia gonfiore o comunque un’evidente sporgenza della parte anteriore della tibia.
Terapia e cura: il punto di vista dei medici
Come già descritto sopra, il morbo di Osgood Schlatter è una condizione passeggera che termina con la fase di crescita. Nel frattempo, i medici consigliano:
- Interrompere o diminuire l’attività fisica, soprattutto nei casi dove il dolore persiste durante lo sforzo.
- L’utilizzo di un tutore può aiutare a supportare il tendine rotuleo e evitare un contatto diretto con la zona dolorosa.
- L’applicazione di ghiaccio è molto funzionale in quanto quest’ultimo ha un effetto antinfiammatorio anche se molto spesso viene sottovalutato; 15 minuti per 3-4 volte il giorno, porta a dei benefici.
- In alcuni casi si consigliano addirittura antidolorifici.
- In casi estremi si ricorre alla chirurgia.
Esempio pratico di un prototipo di allenamento
- Rinforzo dei muscoli quadricipite, ischiocrurali (muscoli posteriori della coscia) e soleo
- Evitare balzi e corsa
- Utilizzo dello strumento per fare tecnica individuale
- Allungamento dei muscoli quadricipite, ischiocrurali (muscoli posteriori della coscia) e tricipite della sura
- Evitare di assumere antidolorifici o antinfiammatori prima dell’allenamento
Mi raccomando, per il rinforzo degli arti inferiori evitare tutti quegli esercizi che vanno a sollecitare il tendine rotuleo se fatti erratamente: affondi sagittali, squat. Se il ragazzo non può essere visionato tutto il tempo consigliare esercizi più semplici possibili: posizione supina, gambe distese. alzo la gamba in maniera statica e dinamica (posso aggiungere una cavigliera). In questo modo rinforzo il quadricipite senza andare a sollecitare più di tanto il tendine rotuleo.
Posizione prona, porto il tallone più vicino possibile al gluteo (aggiunta della cavigliera); rinforzo ischiocrurali (muscoli posteriori della coscia) senza trazionare il muscolo quadricipite e di conseguenza il tendine rotuleo che provoca dolore. Un altro esercizio utile può essere il ponte glutei; posizione supina, gambe piegate, porto su il bacino (statico e dinamico).
Invece per il muscolo soleo, l’esercizio più semplice può essere quello con l’utilizzo di una sedia. Sedersi, coi piedi appoggiati a terra e i muscoli rilassati, sollevare il più possibile i talloni, tenendo le punte dei piedi salde a terra per una decina di secondi e ripetere l’esercizio.
Per quanto riguarda l’allungamento, i distretti interessati sono i medesimi: quadricipite, ischiocrurali (muscoli posteriori della coscia) e tricipite della sura. Per il quadricipite si parte dalla posizione eretta, ci si appoggia a qualcosa (sedia per esempio) e ci si prende la punta del piede fino a far toccare il tallone (del medesimo piede) al gluteo. Per i muscoli ischiocrurali si inizia da una posizione supina andando ad utilizzare un elastico o una corda sotto il piede, si eleva la gamba e si tiene l’elastico o la corda. Infine, un ulteriore esercizio
per il tricipite della sura, si sta in posizione eretta garantendo che il tallone della gamba posteriore rimanga costantemente ben appoggiato al suolo. Mantenendo la gamba in uno stato di tensione (una gamba avanti e una indietro), ci si concentra sull’area superiore del tricipite, posizionando le braccia aperte contro il muro. Si inizia il processo “allungando il muscolo” e mantenendolo sotto tensione per circa 30 secondi, dopodiché si ritorna gradualmente alla posizione di partenza.
Il rinforzo e l’allungamento è consigliabile farli più volte durante la settimana vedendo dei risultati anche dopo 15-20 giorni.
📝 Estratto dell’articolo a cura di Margherita Cirri.